Il timo è un’erba aromatica conosciuta sin dai tempi degli antichi Egizi. Costoro conoscevano molto bene le sue proprietà antisettiche tantochè, oltre a usarlo per la conservazione dei cibi, lo bruciavano nelle case per mantenere un ambiente salubre e lo utilizzavano nei processi d’imbalsamazione. I Greci sfruttavano le sue proprietà per la cura del corpo mischiandolo negli oli per i massaggi e inoltre lo usavano come incenso nei templi sacri. I Romani iniziarono a scoprire i suoi effetti medicamentosi utilizzandolo come sedativo della tosse, digestivo e per combattere i vermi intestinali.
In epoca medievale era considerato simbolo di coraggio e forza interiore, per questo veniva posto sotto il cuscino per tenere lontani gli incubi notturni e veniva donato ai soldati in partenza per le battaglie. Carlo Magno ordinò in un editto di coltivare il timo in tutti i giardini erboristici dell’impero, sia per le sue virtù culinarie sia per le sue proprietà medicinali. L’uso del timo come antisettico si affermò sempre più nei secoli successivi specialmente, anche se con scarsa efficacia, nel corso delle ricorrenti pestilenze.
Fino alla Prima Guerra Mondiale il timolo, il costituente attivo dell’olio essenziale di timo, veniva usato per prevenire la putrefazione delle ferite e, sciolto nell’acqua, per disinfettare le stanze degli ammalati. Durante la Prima Guerra Mondiale ci fu una grande scarsità di timolo poiché la maggior parte della produzione veniva distillata in Germania, che naturalmente tenne per sé questo strategico rimedio per la disinfezione delle ferite.
Quanta storia nelle foglioline del profumatissimo timo che ancora oggi è protagonista in cucina e in erboristeria.